Un’unica scuola da Borgo a Palazzuolo passando per Marradi. Didattica innovativa? No, solo esigenze di risparmio

PRC Borgo San Lorenzo 28 novembre 2018 0
Un’unica scuola da Borgo a Palazzuolo passando per Marradi.  Didattica innovativa? No, solo esigenze di risparmio
 Circoli Rifondazione Comunista del Mugello

 

Il Mugello non ha mai brillato per quanto riguarda il diritto all’istruzione. Non possiamo dimenticare l’interminabile vicenda dell’adeguamento sismico del plesso Giotto Ulivi –Chino Chini, che proprio in questi mesi è interessato da ulteriori lavori di consolidamento, né la tanto promessa nuova palestra dell’Istituto Chino-Chini o l’annosa questione delle aule-container. Se questo non bastasse, in questi ultimi giorni, per via traverse, si scopre anche che l’Istituto superiore Giotto Ulivi andrà a formare un unico istituto omnicomprensivo con quello già esistente di Marradi-Palazzuolo. Questo avrebbe dovuto avvenire entro il 26 novembre, ma siccome l’Unione dei Comuni del Mugello non si era ancora pronunciata, era stata concessa una proroga al 5 dicembre, data entro la quale si potevano coinvolgere tanto il Consiglio dell’Unione dei Comuni, quanto le parti in causa, ovvero le dirigenze e il personale scolastico. Si è preferito invece decidere subito e si è deciso per il peggio, solo per ottemperare senza criterio alle indicazioni della Regione Toscana.

Nella scorsa estate quest’utima aveva infatti approvato gli indirizzi per la riorganizzazione degli istituti che non raggiungono una soglia di studenti prestabilita (nel caso di Marradi-Palazzuolo la soglia è di 400 studenti) e preoccupa a questo proposito che in una simile delibera non sia tenuto in alcuna considerazione il ruolo di tenuta sociale che una scuola può avere, ma sia semplicemente usata come leva la riduzione del 50% dei contributi regionali.

Questa scelta politica riguarda un territorio estremamente vasto e ci preoccupa che non ci sia stata la volontà di riportare la discussione nel consiglio dell’Unione dei Comuni. Il nostro territorio si trova nuovamente a subire una decisione imposta da altri livelli senza aver potuto definire termini e condizioni di un cambiamento di tale rilevanza, né presso le opportune sedi istituzionali, né presso gli organi collegiali delle singole scuole.

La formazione di nuovi Istituti Comprensivi comporta dei cambiamenti che, se non adeguatamente ponderati e discussi, negli anni possono mettere in pericolo la tenuta organizzativa delle singole scuole per quanto riguarda la disponibilità di custodi, collaboratori scolastici, assistenti tecnici e personale docente. È ormai frequente vedere “scuole di frontiera”, facenti parte di un istituto comprensivo, con nuovi e attrezzati laboratori, ma senza il personale che possa seguirli perché assegnato alla scuola numericamente più grande, o con personale ATA assente ai piani, non perché assenteista o fannullone, ma perché semplicemente non è assegnato laddove vi è un reale bisogno.

Gli indirizzi di razionalizzazione hanno sempre delle buone premesse, dalla considerazione per le dinamiche e i diritti riguardanti l’educazione e l’istruzione degli studenti all’attenzione per le esigenze degli studenti portatori di bisogni educativi speciali, ma restano solo premesse. Il tutto viene fatto poi sulla base di criteri ritenuti universali, ma proprio per questo non risulta realmente estendibile alle singole situazioni scolastiche, perché non tiene alcun conto delle caratteristiche di ogni singola zona. Alla fine infatti si dimostra solo l’ennesima occasione per tagliare finanziamenti e posti di lavoro. Potrebbe infine anche essere comprensibile che un ente locale lontano da un punto amministrativo, come la Regione Toscana, definisca delle linee guida generali per l’organizzazione dell’istruzione e il dimensionamento scolastico, ma ci preoccupa molto che gli enti locali più vicini, che conoscono problemi e criticità, cerchino il coinvolgimento dei cittadini e degli addetti ai lavori solo a parole, prendendo senza la necessaria condivisione decisioni inadeguate al proprio territorio e portando quest’ultimo a subirne le conseguenze.

Auspichiamo perciò che gli amministratori locali, tanto veloci a farsi fotografare davanti agli istituti scolastici per celebrare finanziamenti mai arrivati nei tempi previsti, sappiano adesso, altrettanto velocemente, riportare la questione laddove la discussione e il confronto possano produrre una programmazione scolastica coerente con le necessità del nostro territorio.

 

 

 

I commenti sono chiusi.